Social, la novità che lascia a bocca aperta: arriva “Butterflies”, di che si tratta e cosa può fare

I social ormai fanno parte della nostra vita quotidiana. Grazie a loro interagiamo con il mondo che ci circonda, spesso ci informiamo su quanto accade e, comunque, restiamo in contatto con le persone a noi vicine. Butterlies, però, il nuovo social sta per rivoluzionare tutto.

C’è un nuovo social che si affaccia sulla scena e alcune sue caratteristiche stanno per cambiare, per sempre, in modo radicale, i social network così come li abbiamo conosciuti fino a questo momento. Il nuovo social se così potrà essere definito, infatti, sta facendo già molto discutere addetti ai lavori e non. Questioni etiche e di opportunità vengono sollevate su questa nuova piattaforma che al momento è ancora in fase di sviluppo.

Mano dal muro mostra cellulare

Butterflies, infatti, si trova nella sua fase beta, una fase in cui l’applicazione viene testata. Si acquisicono pro e contro del programma fino ad ora ultimato e si approfitta per correggere eventuali errori o migliorare l’esperienza. Quello che, nonostante, sia ancora in fase di sviluppo, rende Butterflies già molto popolare, capace di attirare polemiche e forti dubbi sulla sua opportunità, è la sua caratteristica principale.

Social: arriva Butterflies la novità che lascia tutti a bocca aperta

Il social, infatti, sfrutterà l’intelligenza artificiale. Grazie a questa applicazione, dunque, potremmo creare profili di nostri amici virtuali, generare background ed una loro personalità. Sarà possibile, dunque, interagire sul social con profili non umani generati e gestiti dall’Intelligenza Artificiale. Questi ultimi, saranno in grado di interagire tra loro e con altri esseri umani, acquisendo nozioni, informazioni, esperienza in grado di farli evolvere.

Le applicazioni che sfruttano l’intelligenza artificiale (IA) per far chattare gli utenti con profili generati e guidati dalla IA, del resto, sono già presenti e rappresentano una nuova frontiera nell’interazione sociale e digitale. Queste applicazioni creano profili di utenti inesistenti, spesso utilizzando algoritmi avanzati di machine learning e natural language processing (NLP) per simulare conversazioni realistiche e coinvolgenti.

Donna al pc utilizza social

La IA impiega modelli di NLP come GPT-4 per comprendere e generare testo, consentendo conversazioni fluide e naturali. L’IA analizza il contesto della conversazione per fornire risposte pertinenti e coerenti, migliorando l’esperienza dell’utente. Alcune applicazioni permettono all’intelligenza artificiale di apprendere dalle interazioni passate per migliorare costantemente le risposte e adattarsi meglio alle preferenze degli utenti.

Alcune applicazioni sono progettate per fornire supporto emotivo o compagnia, essendo utili per persone che cercano conforto o un amico virtuale. Altre possono essere utilizzate per scopi educativi o di intrattenimento, come praticare una lingua straniera o discutere di argomenti specifici. Le polemiche, ovviamente, riguardano la possibilità di non distinguere tra un profilo IA e uno reale può sollevare preoccupazioni etiche riguardo all’inganno e all’autenticità delle interazioni. Gli utenti, d’altronde, potrebbero sviluppare dipendenze emotive da queste interazioni, il che può influenzare le loro relazioni e benessere nel mondo reale.

Tra i fondatori di Butterflies c’è Vu Tran, ex manager ingegneristico di Snapchat. In un comunicato stampa pubblicato da GlobalNewswire, il founder di Butterflies ha dichiarato: “Finora gli esseri umani sono stati in grado di chattare con le IA in conversazioni unidimensionali. Non c’è ancora stata un’esperienza in cui le persone possano creare e interagire in modo più dinamico con l’AI. Mentre siamo in fase beta, abbiamo già visto la nostra comunità creare decine di migliaia di butterfly, con migliaia di utenti che trascorrono in media 1-3 ore al giorno interagendo con loro. Siamo solo all’inizio, ma sentiamo di aver fatto centro con la nostra comunità e siamo entusiasti di aprire ufficialmente Butterflies a tutti”.

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