La spiaggia è senza ombra di dubbio uno dei luoghi più belli e rilassanti del pianeta. Con l’arrivo dell’estate è il luogo prefetiro di tutti quanti. Occhi aperti in spiaggia, però, ci sono anche insidie e pericoli da cui stare alla larga.
Ci sono inconvenienti in spiaggia che possono risultare davvero dolorosi. Non ci riferiamo, ovviamente, ad andare a sbattere con i piedi nudi contro qualcosa, oppure a qualche gioco con il pallone e cose del genere. Ci riferiamo a qualcosa di molto più serio e che può avere conseguenze molto più gravi. Nascosta sotto la sabbia, mimetizzata, in agguato, infatti, ci può essere qualcosa di molto spaventoso e doloroso.
Una giornata in spiaggia porta con sé la promessa di sole, mare e relax. Tuttavia, talvolta, può nascondere incontri inaspettati e dolorosi, come quello con un pesce poco conosciuto ma temuto da chi ha già avuto a che fare con lui: la Tracina. Si tratta di un pesce che appartiene alla famiglia dei Trachinidae, noto per la sua capacità di mimetizzarsi con l’ambiente circostante e per il suo veleno estremamente doloroso.
Presenta un corpo allungato, con colorazioni che variano dal marrone al verde-oliva, capaci di confondersi perfettamente con il fondo sabbioso o roccioso in cui ama nascondersi. L’habitat prediletto della Tracina sono i fondi sabbiosi o fangosi delle coste marine, dove può nascondersi e tendere agguati alle sue prede. Predilige acque poco profonde, spesso non lontano dalla riva, il che la rende un incontro non raro per i bagnanti nelle acque basse vicino alle spiagge. Il camuffamento è una delle strategie di sopravvivenza più efficaci della Tracina.
Grazie alla sua colorazione, può rimanere nascosta sotto una sottile copertura di sabbia, rendendosi quasi invisibile agli occhi dei bagnanti e delle sue prede. Questa capacità di mimetizzazione è ciò che spesso causa incontri indesiderati, poiché è difficile notarla prima di pestarla involontariamente. La puntura della Tracina avviene quando qualcuno calpesta o tocca accidentalmente il pesce, stimolandolo a iniettare il suo veleno attraverso una o più spine velenose situate sul dorso. La reazione istintiva del pesce è un meccanismo di difesa naturale, ma può causare un dolore intenso e immediato nella persona colpita.
Dolore intenso e immediato, gonfiore e rossore nell’area colpita, nausea e febbre in casi più gravi. Dopo una puntura immergere l’area colpita in acqua calda (non bollente) per circa 30-90 minuti per inattivare il veleno. Evitare di applicare ghiaccio o sostanze potenzialmente irritanti sulla puntura. Rivolgersi al pronto soccorso per una valutazione professionale, soprattutto in caso di reazioni gravi. Dopo il primo soccorso, il trattamento può includere l’assunzione di antistaminici e analgesici per il dolore.
Nei casi più seri, può essere necessaria la somministrazione di antitetanica o di terapie specifiche per le reazioni allergiche. La consultazione medica è essenziale per una corretta gestione della puntura. Per minimizzare il rischio di incontri indesiderati con la Tracina occhi aperti in spiaggia ed è consigliabile indossare calzature adatte quando si cammina in zone poco profonde vicino alla riva. Inoltre, informarsi sulle specie potenzialmente pericolose presenti nelle aree di balneazione e prestare attenzione dove si mettono i piedi.
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