Un mito, ma con i problemi dei comuni mortali, almeno per quanto riguarda la gestione del patrimonio e dei figli.
Evitare zuffe indecorose dopo la propria morte. Deve essere stato questo un pensiero ricorrente per Delon, negli ultimi anni della sua vita, arrivata all’ultima fermata solo pochi giorni fa, il 18 agosto, a 88 anni. Orma niente più cinema, solo il mito.
E quelle voci insistenti sui cattivi rapporti tra figli – almeno quelli noti e riconosciuti – che hanno creato un gossip amaro e prevedibile. Perché le cose sarebbero andate così e si sapeva. Ma a saperlo era soprattutto lui, il più famoso attore nella storia del cinema francese, che ha fatto i conti con la realtà, alla fine. E a deciso di muoversi in anticipo.
Delon e i figli, una guerra annunciata
Litigi frequenti e noti, tra i figli, non erano mancati. Figli non particolarmente brillante e senza ragioni particolari per essere noti, se non in virtù del padre e del suo mito. Per Delon ha deciso tutto prima, quando ancora la morte non aveva deciso per lui.
Nel testamento alla figlia Anouchka andrebbe la fetta grossa, metà del patrimonio agli altri due il resto. Un patrimonio stimato di almeno 200 milioni di euro – altri parlano di 300 milioni: conti correnti, collezioni d’arte, immobili e partecipazioni. Ma tutti gestito con una strategia ben chiara.
Il talento per gli affari, anche
L’ammontare vero dell’eredità è sempre rimasto un segreto, un mistero nel mistero, con grandi incognite anche sul patrimonio immobiliare. E’ nota la tenuta di Douchy, e un’altra proprietà vicino a Ginevra. Ma certo Delon non si è fermato qui. L’attore aveva presto creato il marchio Delon con cui si era assicurato un brand personale intramontabile e un patrimonio che cresceva silenziosamente nell’ombra, grazie al mito .
Il colpo da maestro avviene 1978: la sua società di distribuzione di prodotti di lusso sotto il suo nome inizia a rendere, diffondersi e consolidarsi. E non si ferma più. Al punto che trent’anni dopo Dior ha utilizzato le immagini degli anni ’60 per la pubblicità, segno che il mito, rendeva una fortuna ed il tempo non lo scalfiva affatto.
Affari con l’arte
Delon ha accumulato una fortuna come produttore di film. Ma la vera passione era l’arte. Delon collezionava opere dello scultore Rembrandt Bugatti, auto, vini, orologi e auto di lusso. Acquistava e vendeva regolarmente all’asta le sue collezioni d’arte, automobili e vini pregiati.
Le vendite avvenute prima della sua morte danno un’idea della sua ricchezza. L’ultima grande vendita ha fruttato più di 8 milioni di euro. Oltre all’arte qualcuno acquistava anche un pezzo di mito, appartenuto a Delon