Rottamazione quarter, troppe rate, troppo ravvicinate e troppo pesanti. Risultato: in molti hanno mollato subito a quadi
La rottamazione quater delle cartelle esattoriali è la sanatoria che sembrava tramutarsi in un vantaggio non indifferente per i contribuenti in serie difficoltà economiche e senza possibilità di liberarsi diversamente dei propri debiti.
Qualcosa tuttavia non è andato per il verso giusto: con il passare dei mesi e l’approssimarsi delle scadenze, sempre più persone sembrano aver deciso, o essere stati costrette, a rinunciare
Rinunciare significa incorrere nella decadenza. La rottamazione delle cartelle esattoriali è una sanatoria che molti contribuenti hanno potuto usare per ridurre i propri debiti. Tuttavia le previsioni si sono rivelate troppo ottimistiche, da parte dei contribuenti e dello Stato.
La realtà è stata diversa, con una programmazione che è sembrata davvero, e incomprensibilmente, rigida. La cancellazione di interessi, sanzioni e aggi di riscossione, con il saldo del debito residuo che poteva essere suddiviso in rate sembravano una strada in discesa.
Le scadenze, prefissate a partire da ottobre 2023 e fino a novembre 2027 erano generalmente trimestrali, 90 giorni tra un pagamento e l’altro, in apparenza agevoli.
Questo rappresentava un vantaggio, ma non solo. Se le rate erano comunque una frammentazione del debito, per quelli rilevanti, la rata trimestrale poteva risultare pesante. Questo potrebbe essere stato uno dei motivi per cui la rottamazione delle cartelle non ha prodotto gli incassi che lo Stato sperava di portare a casa, costringendo molti contribuenti a non pagare.
Un serio inconveniente della rottamazione è sembrato essere la troppa vicinanza tra le prime due rate, previste per il 31 ottobre fe il 30 novembre. Una prossimità che ha costretto molti contribuenti a non saldare quanto dovuto e a decadere praticamente da subito.
L’impegno alla fine non si è rivelato in perdita, perché chi ha pagato alcune rate ma è decaduto si terrà comunque i versamenti considerati come acconti sul vecchio debito ma interessi, sanzioni e aggio tornano a gravare sulle cartelle esattoriali, e le procedure di esecuzione forzata riprendono, con il rischio di pignoramenti per stipendio o pensione, dei conti correnti, oltre al persistente rischio di ganasce fiscali e dei fermi amministrativi dei veicoli.
L’unica flessibilità consentita dall’ultima versione della rottamazione è rappresentata dai 5 giorni di tolleranza concessi dopo la scadenza di ogni rata. Ma è davvero apparso troppo poco rispetto all’impostazione dei pagamenti.
A questo punto appare verosimile che si arrivi a a una quinta versione della rottamazione, riaprendo la possibilità di pagare le cartelle per coloro che sono decaduti e includendo nuovi debiti fino 31 dicembre 2023.
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