Un sistema di compensazione tra debiti e crediti porterà il Fisco ad intervenire tempestivamente, anche sul 730.
Altre novità sul fronte fiscale. Con il nuovo “decreto riscossione” il DL n. 110 del 2024 è stata introdotta la compensazione delle cartelle esattoriali con i crediti presenti nella dichiarazione dei redditi.
Le nuove disposizioni della riforma fiscale così modificano il DPR n. 602 del 1973 che di fatto erano rimaste inattuate
Compensazione, così cambia tutto
Fino ad ora l’Agenzia delle Entrate verificava se il contribuente avesse posizioni debitorie nei confronti dell’Agenzia della Riscossione. In caso di riscontro positivo ne informava il concessionario, che fermava il rimborso, in attesa che il contribuente accettasse compensazione dei debiti con i crediti. Da quel momento il contribuente aveva 60 giorni per aderire. Per legge l’agente della riscossione era comunque tenuto a sospendere le procedure in corso.
Se il contribuente rifiutava, l’Agenzia della Riscossione riprendeva le procedure esecutive, mentre l’Agenzia delle Entrate liquidava il rimborso della dichiarazione dei redditi. In alte parole le due fasi restavano indipendenti e distinte. Ma con le nuove disposizioni è sufficiente che il contribuente sia in ritardo con il pagamento di una o più cartelle esattoriali per avviare, in automatico, la procedura di compensazione
La compensazione deve comunque essere proposta, ma con due differenze. Resta possibile per rimborsi superiori a 500 euro. Se contribuente rifiuta, l’Agenzia delle Entrate, ferma il rimborso fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello della proposta di compensazione, in attesa delle procedure di esecuzione forzata da parte della Riscossione. Dunque prima si incassa, dopo si provvederà a restituire.
La novità sulla compensazione si aggiunge al discarico automatico. Dopo 5 anni, l’Agenzia cancella automaticamente le cartelle dall’estratto di ruolo del contribuente e questi debiti tornano a essere dovuti all’Ente che li ha emessi, che decideranno se tentare nuovamente l’incasso tramite l’Agenzia delle Entrate, mediante i propri uffici tributi, o altri agenti di riscossione.
Aumentano le rate, e paghi maglio
La terza novità riguarda l’allungamento delle rate a partire dal 1° gennaio 2025. Attualmente possono arrivare fino a un massimo di 72 mesi con l’eccezione di 120 mesi per comprovate difficoltà. Qui le cose cambiano decisamente in meglio per i contribuenti, perché dal 2025, e per ogni biennio successivo, il numero massimo di rate aumenterà di 12, fino ad arrivare al 2031, quando sarà possibile usufruire di 120 rate e 10 anni di dilazione per i contribuenti, indistintamente. Già dal 2025 saranno fruibili 84 rate per tutti i contribuenti. Dal 2027 si passerà a 96 rate, e così via.