Sempre meno soldati per gli Stati Uniti. La più grande esercito del pianeta in una crisi mai vista prima. E si corre ai ripari.
La prima potenza militare del mondo e asse portante dell’Alleanza Atlantica ha una crisi di reclutamento di volontari senza precedenti. Soli i Marines, quarta forza armata indipendente insieme a Us Army, Us Air Force e Us Navy, starebbero raggiungendo gli obiettivi.
Nel 2023 tutti le altre Forze armate hanno visto una flessione disarmante degli arruolati. Un trend disastroso e inatteso che potrebbe compromettere l’efficienza dell’Esercito.
Un problema di tutti, ovunque
E’ una mancanza che dura da almeno due anni: l’Us Army avrebbe dovuto garantire 55 mila nuove reclute nel 2024 – pur muovendosi cautelativamente con 10mila unità in meno rispetto all’obiettivo mancato l’anno precedente. Duque neanche un obiettivo più realistico ha prodotto esiti in linea con le aspettative.
Già nel 2023 il portavoce dell’Us Air Force affermò che “per la prima volta in 24 anni” la Forza dell’aria degli Stati Uniti non aveva “raggiunto gli obiettivi di reclutamento in servizio attivo, guardia e riserva”. Un report successivo, basato sul confronto dei risultati delle campagne di arruolamento dimostrò che anche l’Esercito e la Marina mancarono i loro obiettivi del 2023. Nel 2024 questa tendenza non si è invertita.
Un esito che appare uniforme in ogni stato del Paese. Solo il 23 per cento degli americani tra i 17 ei 24 anni “ha i requisiti fisici, morali e scolastici” per ambire ad una carriera militare e solo il 9% dei giovani è “pronto a considerare il servizio militare come prospettiva di carriera” dice uno studio del Pentagono, Negli anni della guerra in Iraq e Afghanistan erano il 16%.
“E’ crollata la fiducia nelle istituzioni, l’orgoglio per il paese e i livello di patriottismo” ha commentato la segretaria dell’Esercito Christine Wormuth in un’intervista al Washington Post. Ma ci sarebbero anche problemi strutturali alla base di questa mancanza di reclute. Tra le carenze i servizi sanitari dedicati ai figli dei futuri “soldati e soldatesse” di prima nomina che lascerebbero a desiderare e che invece rappresentano una garanzia imprescindibile per chi decide di fare carriera nelle Forze armate statunitensi.
Perché i Marines non conoscono crisi
ll generale James F. Glynn, vice comandante per gli Affari di manodopera e per la riserva dei Marines in passato fatto presente come “l’approccio del Corpo dei Marines” al reclutamento abbia permesso di raggiungere gli obiettivi. Glynn sottolineato come almeno “uno su quattro dei nostri ufficiali generali è stato reclutatore nel corso della sua carriera, e siamo orgogliosi di assegnare un sergente maggiore a ogni stazione di reclutamento. Questo è il fondamento del successo del reclutamento del Corpo dei Marines”.