Un’idea da parte del Comune di realizzare un polo scolastico in un’area considerata pericolosa e i progetti vanno avanti
In Italia e in alcuni comuni a rischio idrogeologico non si impara mai, a maggior ragione nel momento in cui si verificano danni ingenti e si contano i problemi e soprattutto gli allarmi che continuano ad arrivare da anni.
Non bastano le due alluvioni nel giro di appena un anno, soprattutto se c’è l’intenzione di realizzare un nuovo progetto in un posto che potrebbe essere molto a rischio. Niente si va avanti lo stesso, ma fino a un certo punto, anche perché non è un centro commerciale, pur importante, o altre costruzione industriale, bensì un polo scolastico nuovo di zecca.
Un posto dove dovrebbero andare dei bambini, ma c’è chi non ci sta e sta lottando con ogni mezzo e forza per protestare contro questa iniziativa. Il problema, infatti, non è tanto realizzare la scuola anzi, su quella sono tutti d’accordo, almeno a quanto pare, il vero dilemma starebbe nell’area individuata da dirigenti e funzionari comunali.
Ad unirsi e a protestare vivacemente sono i residenti della zona perché non c’è solo il rischio, ma la nuova struttura andrebbe a rovinare, quasi cancellare l’attuale parco Melvin Jones e così le persone si sono riunite in un comitato anti-costruzione e questa struttura sorgerebbe in un posto non proprio adatto e sicuro per i bambini. Il nuovo polo scolastico sorgerebbe infatti a pochi metri dal corso del fiume Reno.
“Vogliono tagliare alberi trentennali”
La protesta dei residenti è vibrante e non si sposta, tanto che il comitato Melvin Jones, il nome del parco, spiega che “in caso di emergenza la struttura non permetterebbe ai bambini ospitati di mettersi in sicurezza“. Da non trascurare che insieme ai residenti a dare supporto alla protesta c’era Gabriella Azzalli, l’ex candidata sindaco a capo di una lista civica di centrodestra.
La politica ha cercato di dare sostegno a questa manifestazione cercando di spiegare le motivazioni: “Stanno costruendo la scuola materna e l’asilo. Per farlo dovranno smantellare un parco pubblico, il Melvin Jones, che contiene alberi che hanno più di trent’anni“.
La protesta va avanti in modo piuttosto vivace da giorni e pur andando avanti i lavori, la gente insiste nel chiederne lo stop. “Il presidente dei geologi dell’Emilia-Romagna e il responsabile dell’autorità del bacino del fiume Po sono intervenuti sull’importanza di delocalizzare le realtà a rischi alluvione. Non solo non delocalizziamo ma costruiamo in un’area classificata ad alto rischio e che, anche dal punto di vista della viabilità, risulta pericolosa”, ha tuonato la Azzali durante la protesta che si è tenuta davanti ai cantieri.